Quattro anni fa iniziai a documentare il vulcano Etna con un approccio logico scientifico. La mia intenzione era fotografare a diverse altitudini e catalogare la flora che lo abitava. Dopo quattro anni il mio sguardo si soffermava su aspetti mai esplorati prima. Le mie foto stavano assumendo forma nuova, il paesaggio davanti a me si trasformava e i suoi scenari mi rivelavano nuove possibilità, mentre io cambiavo, crescevo e acquisivo nuova consapevolezza. Raggiunsi la vetta del vulcano e non ricordo come, ci finì dentro. Navigai nello spazio profondo tra pianeti e galassie; vidi formarsi davanti ai miei occhi la bellezza della materia, i suoi giochi di colore e la sua forma in continua mutazione. “La Componente Magica” è la metafora di un viaggio che continuo a intraprendere nello studio del paesaggio, della materia e di me stesso. Ed è un lavoro ispirato da racconti come “Il piccolo principe” o “Fantasia” di Munari. Tramite l’accostamento di immagini e testi mi alleno a giocare con la fantasia, immaginando mondi, guardiani, avventure e spazi indefiniti, e componendo il racconto visivo di un viaggio interplanetario. In questa ricerca quindi, la contemplazione del paesaggio è diventata per me un atto profondo di connessione con la terra: un viaggio dentro la materia e all’interno di me stesso. Osservando il paesaggio con fantasia e immaginando mondi e avventure, ho provato a costruire un racconto visivo che rispecchiasse quello introspettivo. Possiamo ancora, anche se adulti, riflettere giocando?